Studenti: Gabriele Babazzi, Veronica Bertocchi, Francesco Ferrante, Virginia Martinelli
Scuola: IED Firenze
Sfida: Immaginare la città policentrica
Dalla rilevazione compiuta attraverso la campagna di ascolto 2020 di Firenze Prossima, le questioni selezionate come più urgenti e soggetto di intervento per il progetto di seguito esposto sono state quelle concernenti l’opportunità della rigenerazione, le aree verdi e la coesione sociale.
Analizzando l’opportunità della rigenerazione (I Report) è emersa la richiesta di rendere accessibili zone d’abbandono come l’Ex Monastero Sant’Orsola, così da poterne usufruire secondo un utilizzo pubblico.
La voglia di dare nuova vita a strutture dismesse trova un interesse maggiore nel Centro Storico seconda solo alla priorità di incremento della popolazione. Questi due dati non sono da leggere come risultati separati, in quanto dopo la rigenerazione di grandi aree dismesse le stesse potranno ospitare attività rivolte ai cittadini, richiamando all’interno del Quartiere 1 un’affluenza locale (ora popolato per lo più da turisti e studenti).
Come era possibile prevedere la mancanza di vegetazione è percepibile principalmente nel Quartiere 1, in quanto ospitante il maggior numero di attività commerciali, trasporti.
Avere vicino alla propria abitazione (o zona di lavoro) un’area di “respiro”, di pausa e riflessione, di contatto con la natura è desiderio frequente di ciascuno. In questo periodo di incertezze, limitazioni e confini ben delineati l’esistenza di un “luogo libero” diventa parte dei sogni di ciascuno.
La coesione sociale trova il maggior indice di insoddisfazione nel Quartiere 1 (ricollegandosi alla inferiore presenza di popolazione e, quindi, di una comunità).
Per creare legami di affinità e solidarietà tra individui è necessario creare un luogo nel quale sia possibile condividere azioni o pensieri.
La risposta complessiva ai tre punti è stata sintetizzata nella rigenerazione di un luogo di margine, evolvendolo a luogo sociale.
IL CONCEPT
L’abbandono, l’usura, il margine caratterizzano molti luoghi nel mondo, diventando oggetto stereotipato, tanto
che sono state create mappe riportanti edifici dismessi (vedi Mappa dell’Abbandono Toscana).
L’immagine di blocchi di cemento intaccati da tempo e natura rampicante, che abbraccia e modella le forme e
le emozioni di luoghi e oggetti, riesce a suscitare ricordi tangibili.
Così, quando entriamo in un luogo grigio, proiettante ombre e luci (come Sant’Orsola) ci sentiamo oggetto di un racconto sussurrato, di una storia di sofferenza e violenze, di rispetto mancato e atti di non curanza.
La vegetazione, rappresentante la forza risoluta della Natura, agisce dove l’uomo non prende atto delle proprie responsabilità e lascia che il tempo riempia lo spazio di un lavoro troppo dispendioso per l’essere umano.
La funzione è relativa, non espressa e consequenziale allo spazio: la sensibilizzazione ad un diverso punto di
vista, il godimento di spazi usurati per rilassarsi, studiare, arricchirsi, pensare o semplicemente far nulla.

IL PROGETTO
Una critica sociale alla situazione di abbandono italiana, che trova risposta progettuale attraverso un progetto temporaneo, il quale utilizza materiali da cantiere, di recupero, così come arredi vintage, recuperati da magazzini dismessi.
La priorità del progetto vuole essere sbloccare una situazione stagnante, che ovatta la storia di luoghi di grande bagaglio emozionale. Costruire il bello attraverso l’esaltazione dell’usura, omaggio alla storia di un luogo abusato. Ritrovando così vita in ciò da cui è partita la critica: la funzione in ciò che non funziona.